Si sente piuttosto di frequente parlare di acufene. Di cosa si tratta? In alcuni casi viene volgarmente chiamato come “fischio nelle orecchie”: non si tratta di una patologia vera e propria, quanto piuttosto di un disturbo che si riferisce alla percezione dei suoni.
Può capitare in effetti un po’ a tutti, nel corso dell’esistenza, di essere oggetto di questo disturbo, specialmente in modo temporaneo, di un simile disturbo. Una problematica che viene spesso citata anche nella cultura popolare, visto che ci sono numerosi detti che riguardano proprio quella strana sensazione di fischio alle orecchie, associandola a un gran numero di credenze e leggende.
Che cos’è l’acufene
Invece, quel fischio che si avverte, spesso in modo transitorio, nelle orecchie non è altro che l’acufene. Di cosa si tratta? In poche parole, è un rumore che l’orecchio umano percepisce come un ronzio piuttosto che un fischio che può avere un’intensità variegata e può essere continuo oppure prodursi a intermittenza. Come si può facilmente intuire, si tratta di un fischio che viene avvertito quando in realtà non esistono degli stimoli acustici veri e propri. Qualora il disturbo dovesse aggravarsi, ecco che la vita del paziente ne verrebbe condizionata in modo importante, come evidenziato nell’articolo pubblicato su 2anews.it.
Quindi, è facile notare come l’acufene si possa ricollegare non tanto a una patologia, quanto più che altro a un disturbo correlato alla percezione di suoni che, in realtà, non provengono da alcun tipo di stimolo esterno. In base a diverse ricerche epidemiologiche che sono state portate a termine di recente, viene spesso messo in evidenza come l’acufene si possa considerare un sintomo che insorge piuttosto di frequente, dato che una persona su cinque a livello globale ne ha sofferto almeno una volta nel corso della propria vita. Nel 5% dei casi, tale disturbo si è evoluto in una vera e propria condizione di disabilità, mentre nell’1-2% dei casi comporta handicap particolarmente forti che condizionano in maniera impressionante la qualità della vita di tutti i giorni.
Cosa può scatenare l’acufene
Sono tante le possibili cause che possono portare all’insorgere di tale disturbo. Tra le altre troviamo degli elementi somatici, visto che determinate alterazioni del distretto cranio-cervicale e temporo-mandibolare possono portare ad acufene per via del fatto che sono in grado di creare degli stimoli elettrofisiologici che arrivano fino alle vie uditive e che vengono ribattezzati “somatosensoriali”.
Tra le varie cause che possono portare all’acufene troviamo anche dei deficit a livello uditivo. In questo caso, il ronzio o fischio che si avverte alle orecchie non è altro che il sintomo legato a dei processi di natura patologica che hanno ad oggetto l’orecchio e che possono essere provocati da parte di irritazioni, ma anche aspetti genetici, processi di carattere degenerativo legati al trascorrere del tempo oppure anche l’impiego di farmaci ototossici. Anche fattori psicologici possono essere alla base di tale disturbo, peggiorando come in una sorta di circolo vizioso con il passare del tempo.
Il trattamento dell’acufene
Il medico curante dovrà inviare il proprio assistito presso uno specialista, che dovrà svolgere un’indagine uditiva particolarmente precisa. L’audiologo, oppure l’otorinolaringoiatra, dovrà concentrarsi in modo particolare sull’esame otoscopico dell’orecchio. Una volta eseguiti sia l’esame di base audiometrico che quello impedenzometrico, oltre ad aver svolto anche diverse verifiche acufenometriche, sarà necessario provvedere allo svolgimento di una valutazione circa la zona cranio-cervicale e quella mandibolare. Sarà poi compito dello specialista capire se servono altre indagini e ulteriori approfondimenti.
Dopo aver capito la causa piuttosto che il concatenamento di cause che ha portato allo sviluppo dell’acufene, ecco che si può dare il via a delle cure specifiche. È chiaro che, siccome le cause possono essere le più disparate, è necessario mettere in atto una cura personalizzata in base alle esigenze di ciascun paziente.