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Dal sostegno ai disabili ai servizi per l’infanzia: gli ambiti di intervento dell’educatore socio-pedagogico

L’educatore socio-pedagogico ha un ruolo molto importante nella società ed è un anello di congiunzione fondamentale per il benessere pubblico.  La professione dell’educatore è una figura riconosciuta in tutta Europa e nella legge di bilancio del 2018 l’educatore professionale socio-pedagogico ha ottenuto un riconoscimento giuridico con un preciso percorso professionalizzante.

In Italia bisogna tuttavia fare una distinzione a livello normativo. Esistono infatti sia gli educatori socio-pegagogici sia gli educatori socio-sanitari, che si formano nella facoltà di medicina o in interfacoltà con la Laurea LSNT/02. A seguito di questa legge, è proprio di questi giorni la comunicazione dell’estensione a ruolo socio-sanitario anche degli OSS dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale. Il quadro è dunque molto complesso, anche se l’educatore socio-pedagogico, che ha l’opportunità di lavorare anche in maniera indipendente, ha una propria conformazione professionale, che lo differenzia molto da chi lavora direttamente negli ospedali o nelle strutture della sanità pubblica.

Educatore socio-pedagogico: cosa fa

Gli ambiti di intervento dell’educatore socio-pedagogico sono molteplici e vanno dal sostengo ai disabili ai servizi dell’infanzia. L’educatore si occupa di redigere e gestire progetti che hanno l’obiettivo di prevenire e risolvere situazioni di disagio psicosociale, derivati da contesti familiari, patologie invalidanti e situazioni psicologiche molto delicate.
Collabora con diverse realtà sul territorio, come scuole, centri educativi, RSA, luoghi di assistenza per persone con disabilità. Fornisce supporto psicologico e svolge un importante ruolo educativo, fornendo ad insegnanti e responsabili gli strumenti per la realizzazione di attività culturali, ricreative e psico-pedagogiche. Lavora anche con le istituzioni pubbliche, come consulente nella progettazione di piani di prevenzione per il disaio sociale o in progetti votati all’inclusività per soggetti con problemi di natura fisica e psicologica.

Educatore socio-pedagogico: la formazione

Per diventare educatore è necessario seguire un percorso accademico di scienze dell’educazione al fine di conseguire la laurea L-19 per operare nei diversi settori socio-educativi. La laurea può essere conseguita sia in modalità tradizionale presso gli atenei che hanno la Facoltà in Sicende dell’Educazione e della Formazione sia in modalità telematica, iscrivendosi ad un corso di laurea online, che prevede lezioni a distanza attraverso il metodo dell’e-learning. In Italia sono 11 le università online riconosciute dal MIUR, come Unicusano, e il titolo conseguito è equipollente a quello delle università tradizionali ed ha valore in tutta Europa.

Educatore socio-pedagogico: le attitudini

Per diventare educatore, oltre alle competenze in psicologia, sociologia, pedagogia e antropologia, da acquisire mediante il percorso universitario, è fondamentale avere alcune attitudini per svolgere con passione e dedizione questo lavoro. È necessario ad esempio essere predisposti all’ascolto e all’empatia con le persone con cui si interagisce, avere la capacità di adattarsi anche a situazioni molto critiche e di sofferenza psicologica importante ed essere in grado di analizzare con costanza tutti i progressi o le difficoltà riscontrare, per essere pronti ad agire con tempestività.

Oltre a queste attitudini personali, il consiglio è quello di sviluppare anche competenze nell’ambito delle relazioni con gli istituti pubblici, che sono dei riferimenti importanti per lo svolgimento del lavoro dell’educatore, e anche conoscenze legislative per gestire con consapevolezza progetti che richiedono una documentazione complessa e in linea con quanto richiesto, onde evitare ritardi nell’approvazione di progetti, che inciderebbero sulle persone oggetto dell’azione.

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