Somiglia un po’ alla trattativa che ha ridefinito i confini del calciomercato, eppure il trasferimento di Gaizka Mendieta dalla compagine spagnola del Valencia alla Lazio, conclusosi nell’estate del 2001, è stato un vero e proprio buco nell’acqua, di quelli tanto fragorosi che diventa impossibile dimenticarsene.
Per chi segue abitualmente la squadra laziale sul web (il nostro consiglio è consultare www.laziofamily.it per tutte le news biancocelesti) diventa veramente impossibile non ricordare aneddoti e controversi ricordi correlati al passaggio di Mendieta alla compagine biancoceleste. Di questo trasferimento se ne parla un po’ dappertutto e ovunque, anche per via del fatto che un investimento da 90 miliardi delle vecchie lire, ai primi anni Duemila, faceva parecchio rumore.
Le big italiane si trovano nel periodo economicamente più fertile di sempre molto probabilmente e spendono anche in maniera scellerata. Il presidente Cragnotti, visto che le rivali di sempre stanno operando sul mercato in maniera pesante, non vuole di certo essere da meno. La Juve ha portato a casa Thuram e Buffon dal Parma per complessivi 175 miliardi, cedendo però Zidane al Real Madrid. Rui Costa è finito al Milan per la bellezza di 85 miliardi, mentre l’Inter ha sistemato la porta con Toldo per 55 miliardi del vecchio conio.
L’arrivo di Mendieta in biancoceleste
Cragnotti, come detto, non vuole rimanere indietro rispetto alle concorrenti per lo scudetto e investe una cifra pazzesca per portare Mendieta a Roma. Un errore sotto tutti i punti di vista, in modo particolare per quanto riguarda il costo del cartellino.
Secondo Cragnotti è proprio il centrocampista basco il fuoriclasse che mancava alla Lazio per poter fare il salto di qualità anche in Champions League. Mendieta ha indossato i gradi da capitano nelle ultime due finali di Champions League, che il Valencia ha perso rispettivamente contro Real Madrid e Bayern Monaco, diventando un pezzo pregiato cercato praticamente da squadre di mezzo continente.
Manuel Llorente, che all’epoca era il direttore generale del Valencia, ha svelato come si è conclusa la trattativa nel corso di un’intervista di qualche anno fa. Infatti, il dg della compagine spagnola, dopo aver ricevuto una telefonata della moglie, finge che si tratta del Real Madrid, che stava tentando in tutti i modi di portarsi a casa Mendieta. Ebbene, la Lazio non vedeva l’ora di chiudere positivamente la trattativa che accettò di spendere 8 miliardi in più rispetto al prezzo concordato fino a quel momento. Un bluff che riuscì ad andare a buon fine anche per via del fatto che il Real, proprio durante quell’estate, aveva chiesto informazioni proprio per Mendieta.
Un giocatore lontano parente di quello visto in maglia Valencia
Purtroppo per la Lazio, quel trasferimento da record non portò a nulla di buono, anzi si rivelò, come detto in precedenza, il più classico dei buchi nell’acqua, estremamente deleterio anche per le casse della compagine biancoceleste. La Lazio, dopo quella cifra spaziale data al Valencia finì per indebitarsi in maniera notevole.
Le ripercussioni a livello economico si fanno sentire eccome, al punto tale che, dopo tre anni, la Lazio deve per forza di cose vendere altri due giocatori, nello specifico furono Corradi e Fiore i sacrificati, per poter sistemare una volta per tutte il trasferimento e pagare quanto di spettanza del Valencia.
Certo, la colpa probabilmente non è addebitare solo ed esclusivamente al centrocampista basco, dal momento che anche chi sedeva in panchina quell’anno, da Zoff a Zaccheroni, non è stato in grado di sfruttarlo per farlo rendere al meglio. Sembra pazzesco, eppure quel giocatore dal caschetto biondino che dominava in Europa e in Spagna fino all’anno prima diventa un giocatore del tutto irriconoscibile in maglia biancoceleste. Le problematiche dal punto di vista tattico sono ben note a tutti, così come quei 90 miliardi di lire che gridano ancora vendetta.