Anche alle soglie del terzo millennio, il prodotto bancario più diffuso resta, senza alcun dubbio, il conto corrente. D’altronde, esso rappresenta l’accesso ad una pluralità di servizi che agevolano, e non poco, la vita di ogni singolo cittadino, come – per citare solo i più famosi – bancomat, carta di credito, home banking e domiciliazione delle utenze. Senza di esso, di fatto, l’attuale tenore di vita di ogni singolo cittadino non sarebbe lo stesso. Oggi, oltretutto, la facoltà di aprirne uno è concessa anche ai protestati, clicca qui per saperne di più.
La politica monetaria della BCE, fattore scatenante degli aumenti
Un tema di stringente attualità riguarda l’aumento dei costi dei conti correnti, un vero e proprio salasso che sta toccando, da vicino, il portafoglio dei risparmiatori italiani. Un’inversione di tendenza marcata rispetto agli ultimi due decenni, che avevano visto diminuire le spese di gestione complice, in primis, la nascita dei conti online. Da due anni abbondanti a questa parte, invece, gli utenti bancari, loro malgrado, hanno visto spesso lievitare le spese con percentuali significative, anche del 100 o 200%. I motivi di questi aumenti sono da ricondurre, essenzialmente, a due grandi fattori verificatesi negli ultimi anni: l’accomodante politica monetaria della Banca Centrale Europea di Mario Draghi e il ricorso all’utilizzo del fondo Atlante.
Da diversi anni, l’istituto di credito di Bruxelles, ricorrendo a politiche monetarie espansionistiche quali – ad esempio – il quantitative easing, ha ridotto i tassi ufficiali azzerandoli totalmente e rendendoli negativi a breve termine. I depositi bancari a vista, ovvero conti correnti e libretti a risparmio, sono diventati, di conseguenza, un vero e proprio onere per le banche; non è casuale, in tal senso, che alcune grandi banche europee abbiano applicato maggiori spese ai correntisti con un elevato saldo di conto corrente. Ma perché la Banca Centrale Europea ha optato per questa soluzione? L’azzeramento dei tassi è una manovra atta a ridare fiato alle economie in difficoltà, quella europea lo è da diversi anni e, con ogni probabilità, lo sarà ancora per un periodo non breve, come testimoniano i primi sentori di recessione in Germania.
Fondo Atlante, altro elemento giustificativo dell’aumento delle spese
Il secondo fattore che ha contribuito all’aumento delle spese, riguarda il costo sostenuto dagli istituti di credito italiani solidi per evitare roboanti tracolli del sistema bancario. Atlante, il fondo privato istituito dalle banche del Belpaese, è stato creato appositamente come “salvagente” da utilizzare nel caso in cui qualche istituto andasse incontro ad un default, in modo da salvaguardare i depositi presenti sui conti correnti e migliaia di posti di lavoro nel settore del credito. Negli ultimi anni, purtroppo, le banche italiane che hanno dovuto alzare la saracinesca non sono state poche: i big del settore, di conseguenza, hanno dovuto iniettare nel fondo cifre assai significative, arrivando, in svariati casi, ad inglobare gli istituti di credito di medio/piccole dimensioni. Questi costi, di fatto, sono stati riversati direttamente nelle tasche dei cittadini, ovvero aumentando le spese dello strumento di più largo ed immediato utilizzo: il conto corrente.
Pur rispettando la nobile finalità del “Fondo Atlante”, che, oltre a salvaguardare i depositi dei correntisti, ha evitato un pericolosissimo rischio contagio in grado di mettere ko l’intero sistema economico nazionale, l’aumento delle spese di gestione, come sostenuto da diversi esperti del settore, è stato eccessivo. La correlazione “Atlante-aumento spese” è stata percepita, da molti, come un palliativo per mettere la mano nei portafogli degli utenti. D’altro canto, le banche sono aziende private. E la legge consente loro, previo preavviso di 60 giorni, di attuare modifiche unilaterali del contratto. Per evitare questo salasso, un numero sempre crescente di cittadini ha optato per l’apertura di un conto corrente online, non sempre percepito soddisfacente, però, a causa dell’impossibilità di rapportarsi fisicamente con un consulente.